lunes, 29 de abril de 2013

Presentazione


Santa Cruz, 23/04/13

Oggi è una settimana de quando sono partito, per cui effettivamente non è nemmeno una settimana che sono qui in Bolivia, ma sono sei giorni.

Mi stupisce sempre come bastino pochi giorni di viaggio per entrare in una dimensione temporale e mentale (oltre che ovviamente spaziale), totalmente separata da quella che siamo abituati a vivere normalmente.

Questo per dire che, sebbene si tratti di una settimana solamente che sono qui, una finta settimana come abbiamo detto, già mi sento totalmente, o quasi, dentro a questa esperienza, questa esperienza nuova che sto facendo.

Ma prima di tutto vi spiego qual è l’idea che anima questo viaggio. Perchè ogni viaggio deve avere una sua anima, no?

La mia, di anima, mi ha suggerito, sempre più intensamente da diversi mesi a questa parte, di cercare risposte un po’ più in là di dove mi muovo solitamente, ad alcune domande che da tempo mi ponevo sull’importanza e la necessità del lavoro che svolgiamo, come produttori biologici, come agricoltori sociali, come persone che hanno scelto, per vocazione e non per opportunità, di cercare nuove forme di vita sostenibili per l’uomo e per il pianeta.

(Poi certo, ci sono tutte le questioni esistenziali, ma quelle me le tengo per me, e per pochi intimi...)

E un insieme di fattori, coincidenze, casualità, indizi, mi hanno spinto da queste parti del globo, in Bolivia, tanto per cominciare, e poi si vedrà.

Giusto per presentarmi, mi chiamo Bruno, ho 34 anni, vivo a Bergamo, e lavoro, sempre nei paraggi di Bergamo, in una cooperativa sociale che produce e vende, all’ingrosso e al dettaglio, ortaggi biologici, e che attraverso questa attività, cerca da ormai 25 anni, di attuare progetti di inserimento lavorativo e sociale di persone “svantaggiate”. Quello dell’agricoltura biologica è un mondo che mi affascina e mi coinvolge, più o meno direttamente, da diversi anni, da quando ero all’univeristà, e in qualche modo ho cercato di farlo diventare elemento importante della mia vita.

Però, e qui sta il punto, però mi sembra che negli ultimi tempi il discorso sul biologico, almeno in Europa, si sia un po’ arenato, avvitato su sè stesso, sui temi del benessere, della salute, dei prezzi, delle truffe... mi chiedo che fine abbia fatto il senso politico del coltivare biologico, come forma di riacquisizione de parte dei produttori, e di conseguenza, dei cittadini, del possesso della terra e dei suoi frutti, nei confronti di un’agroindustria sempre più onnipotente ed onnipresente.

Ad ogni modo, ho pensato che forse, da questa parte del mondo, dove ancora c’é chi fa offerte alla Pachamama, la madre terra, forse c’é qualche speranza di ritrovare il senso di quello che stiamo facendo.

 

1 comentario:

  1. e i tuoi amici rimasti qui che pensavano che te ne andavi solo a vedere un po' di mondo... è bello invece vedere che c'è dietro un progetto così importante e nel quale credi così tanto! clap clap anche per il blog - se da una parte ero sicuro che ce l'avresti fatta a fare questo viaggio, dall'altra ero sicuro che non ce l'avresti mai fatta ad aprire un blog :-)
    ora bisognerà dargli un po di colore con delle foto!
    continuerò a seguirlo con emozione, un abbraccio, lore

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