Santa Cruz, 29/04
Mercoledí
finalmente ci siamo avventurati fino al Municipio di San Julian, sede del
progetto CEPRODE (Centro de Producion Ecológico), circa tre ore vi viaggio su
un trufi scassato, piú un’altra mezzora su uno ancora piú scassato per raggiungere
il Nucleo 23, l’abitato (non si sa bene quanta gente ci viva, mi han detto
cifre variabili tra le 300 e le 1000 persone) dove si trova fisicamente il
centro di produzione biointensiva.
Prima peró ci
siamo fermati alla sede dell’alcaldia per parlare con l’assessore allo
sviluppo, intervistato da Giorgia, che con una accondiscendenza tutta
politichese ci ha spiegato che la produzione di soya si sta espandendo
enormemente in questi anni (viaggiando da Santa Cruz a San Julian fa davvero
impressione l’estenzione dei campi di soia a perdita d’occhio) e che tutti ne
stanno beneficiando; certo sarebbe bello se non fosse transgenica, ma quella
convenzionale costa troppo, e certo c’é qualche problema di deforestazione, ma l’amministrazione
si sta adoperando per contenerli.
Rinfrancati dalle
parole dell’amministratore, siamo andati appunto a visitare l’unico
appezzamento di terra in tutto il municipio non coltivato estensivamente, bensí
con un progetto di “agricoltura biointensiva”, che prevede piccoli appezzamenti
(2000 mq) coltivati in modo tale da bastare al sostentamento di una famiglia,
in modo del tutto biologico.
A dire il vero
attualmente il terreno é coltivato per lo piú a mais, ma il progetto é appena
partito e adesso dovrebbero cominciare le semine di ortaggi.
L’idea di Javier,
il responsabile della produzione, é di vendere l’eccedende al mercato di Santa
Cruz, ma io provo a comunicargli la mia opinione, che sarebbe molto meno
dispendioso e piú redditizio provare a vendere direttamente i prodotti al dettaglio,
magari a San Julian. Discutiamo un po’, alla fine non mi pare molto convinto
delle mie argomentazioni.
Quello che mi
appare piuttosto evidente é che il lavoro da fare sarebbe tantissimo, e mi
dispiace di fermarmi qui a Santa Cruz solo qualche giorno...
Torniamo verso San Julian con un trufi che é ancora piú malridotto dei precedenti, e completamente ricoperto di polvere, dentro e fuori, come noi del resto; ormai é buio (qui fa buio verso le 18.30), ed é quasi un miracolo trovare una vettura vuota, comoda e con i finestrini che si chiudono, che ci trasporterá per le prossime tre ore fino a casa. Preferisco dormire per non fare caso alle innumerevoli volte che rischieremo, come all’andata, di schiantarci frontalmente con un camión, nel corso degli infiniti sorpassi che il guidatore pare non stancarsi mai di fare.
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