lunes, 29 de abril de 2013


Santa Cruz, 29/04

La prima attivitá vera e propria che abbiamo svolto qui in Fides é stata una riunione di coordinamento delle attivitá, venerdí pomeriggio. La riunione é stata accompagnata da due buonissime torte preparate da Maribel (e che saranno la nostra colazione per i prossimi giorni), e preceduta da un giro di saluti e presentazioni in cui tutti hanno espresso la loro felicitá per la notra presenza, e la disponibilitá ad aiutarci per qualsiasi necessitá.

Mi piace questo modo di fare, non credo siano solo formalitá, mi pare che qui la ospitalitá sia davvero una cosa importante, d’altra parte “Es ley del Cruzeño la hospidalidad”.

Dopo aver brevemente organizzato le attivitá per la prossima settimana (ma mi pare di capire che qui non é facile fare programmi, e quello che si é deciso il giorno prima, probabilmente il giorno dopo sará giá cambiato), passiamo a organizzare le attivitá per il fine settimana, dato che Ruth si é offerta da farci da guida nei prossimi giorni.

Decidiamo di andare al Parco Ecologico Yvaga Guazu sabato mattina (dato che il piú rinomato parco Guembe é eccessivamente costoso), e al rio Piray nel pomeriggio. Domenica si vedrá.

Il parco, anche se piccolo, é molto ben curato, un’oasi nel mezzo della cittá, e la nostra guida, Marcelo, si rivela un grande intrattenitore, oltre che un buon amico per i giorni a venire.

Nel pomeriggio, con Ruth e suo marito Fran, ci dirigiamo alle cabañas lungo il rio Piray, il fiume che costeggia la cittá, dove frotte di cruzeñi si riversano nel fine settimana per mangiare, ballare, bere, non certo per fare il bagno, almeno non in questa stagione. Il rio Piray infatti si presenta come un fiumiciattolo di acqua marrone che arriva a malapena alle ginocchia (ma nella stagione delle pioggie arriva a inondare tutta la zona adiacente).

Viste le condizioni, spronato da Ruth, mi animo ad attraversarlo, impresa che fará di me un vero Cruzeño. Dopo l’epica traversata, non ci resta che rinfrancarci con il sonzo (una specie di puré di yucca e formaggio) e un bicchiere di chicha fresca (ma questa non é quella alcolica), che é un po’ come bere la polenta...

Nel frattempo abbiamo deciso cosa fare per l’indomani: andiamo a visitare il parco naturale delle Lomas de Arena, dune sabbiose nel mezzo della foresta, la cui origine non é ancora stata spiegata, paradiso per gli uccelli migratori.

Ci accompagna MiguelAngel, giovane guida locale che sta cercando di creare un’agenzia di turismo avventura. Non brilla certo per organizzazione, ma in compenso é molto disponibilie, gentile e simpatico.

Il paesaggio delle Lomas é davvero straniante, un pezzo di deserto in mezzo al verde della foresta tropicale con alcune piccole lagune disseminate qua e lá. E poi queste dune offrono la possibilitá di praticare il sandboard, variante dello snowboard, ma su sabbia. Le discese, anche se piuttosto brevi, sono molto divertenti, ma la risalita ti fa rimpiangere di non essere rimasto a casa con l’aria condizionata accesa.

Torniamo a casa completamente cotti dal sole, parzialmente ustionati, ma felici per un’esperienza sicuramente singolare.



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