Santa Cruz, 30/04
Giovedí e venerdí
scorsi sono stati giorni abbastanza sedentari: giovedí mattina abbiamo
partecipato ad un taller, un seminario, sull’espansione della frontiera
agricola in questa regione, potendo
vedere i dati di quello che giá il giorno prima avevamo osservato dal vivo
lungo la strada per San Julian: e cioé che la foresta viene costantemente erosa
per fare posto alle coltivazioni estensive, soprattutto di soia, mais e
girasole.
Ovviamente questo
porta anche grossi vantaggi economici, e risponde ad una richiesta sempre
maggiore (soprattutto per l’esportazione), ma non é facile nascondere lo
sgomento vedendo di quanto continui a ridursi la foresta ogni anno, a favore
della produzione agricola.
Conosciamo alcuni
professori universitari, e uno di loro ci parla nuovamente di questo corso di
permacultura (ce ne aveva giá accennato Marcelo) che si terrá da sabato appena
fuori dalla cittá. La cosa comincia a incuriosirmi, anche se non so se potró prendervi
parte...
Venerdí abbiamo
accompagnato Giorgia in aeroporto, la sua pasantia é finita, e riparte per
l’Italia. Il suo bagaglio é lievitato in questi mesi, ed ora é ampiamente al di
fuori dei limiti accettati, ma con una lunga contrattazione e diversi
occultamenti si riesce a imbarcare tutto ugualmente. Confesso che mi mancherá
la mia coinquilina nei giorni a venire.
Di ritorno
dall’aeroporto vado con Maribel a una riunione per organizzare una
“Bicidomingo”, domenica 12 maggio. L’idea di girare in bici per questa cittá
continua a sembrarmi una sfida all’istinto di autoconservazione, eppure a
quanto pare ci sono diverse persone (tra cui l’immancabile Marcelo) che credono
che un modo diverso di muoversi sia possibile anche qui. Apprezzo la loro fiducia
e la loro temerarietá.
All’ingresso
degli uffici comunali c’é un piccolo assembramento di persone che protestano
(non so per quale motivo); Maribel mi dice che é cosí praticamente ogni giorno.
La riunione é
interessante, ma l’impressione é che, a due settimane dall’iniziativa, le cose
da fare siano ancora innumerevoli, e le persone un po’ poche; come dice
Marcelo, l’importante é che qualcosa si faccia. Se non sará 100, ma solo 50, é
comunque meglio di zero.
Quando usciamo
dal palazzo, i manifestanti hanno appena ottenuto ció che chiedevano: se ne
vanno trionfanti, e noi con loro.
Torno a “casa”,
nella stanza che ora non é piú una doppia ma una singola, e decido: domani
andró a scoprire cosa é questa famosa permacultura.
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