La Paz, 18/05
Tutto questo
succedeva una decina di giorni fa, da allora sono successe parecchie cose:
altre visite a Qalauma, viaggi sul campo con Aopeb, weekend e serate con i
nuovi amici italiani, spagnoli, francesi, tedeschi... mi dispiace solo, fino ad
ora, di non aver stretto rapporti anche con un po’ di paceñi, che sembrano un
po’ meno espansivi degli abitanti dell’est, proprio come mi avevano detto.
Sono un po’
combattuto in questi giorni , lo ammetto, tra il desiderio di fare il
viaggiatore, e la volontá di lavorare e
conoscere un po’ più da vicino il mondo boliviano, soprattutto quello
produttivo, e l’esperienza di Qalauma; vittima delle mia perenne indecisione,
sto cercando al momento mi pare con un discreto successo, di mantenere un
equilibrio tra le due cose.
Il giorno
successivo alla visita a Qalauma, ho incontrato Aurelio, altro operatore
storico del Mlal (Movimento laici per l’America Latina) come Riccardo, e con
lui abbiamo parlatodegli altri progetti del Movimento, come quello per il
miglioramento della Vigogna, che vive in stato di liertà sull’altipiano di Apolobamba
dove, periodicamente, tutti gli abitanti partecipano alla cattura e tosatura
degli animali (per permettere al pelo di ricrescere sufficientemente, un
esemplare può essere tosato solo ogni due anni). Aurelio, sua moglie Anna, così
come Riccardo, dimostrano una conoscenza e una comprensione della complessa e
per me ancora sconosciuta realtà boliviana; verrebbe voglia di ascoltarli
parlare all’infinito.
Nell’ufficio del
Mlal ho conosciuto anche Damiano e Andrè, due volontari italiani, e attraverso
loro, Marianna, Alice, Laura, Dani, Gori, e poi Stefano, Michele, Javi, Klara;
ma ci sono anche Maya, Verena, Anja e altri ancora. Il mondo dei volontari e
cooperanti italiani ed europei è un microcosmo in perenne fermento (pare che
negli anni passati fosse anche più grande), una volta trovato l’ingresso, ed è
bello orbitavi attorno. (Ammetto che a volte ho l’impressione di trovarmi in
un Erasmus fuori tempo massimo... ma va bene così).
È con loro che lo
scorso weekend siamo stati sul Lago Titicaca, alla Isla del Sol, due giorni di
riposo totale (e di grandi bevute di birra) lontano dal caos di La Paz, circondati da una distesa
d’acqua che a volte sembra un mare, se non fosse per la presenza delle vette
imbiancate della Cordillera Real, che ci ricordano di essere a quasi 4000
metri. Confesso di non avere percepito molto la magia delle civiltà preincaiche
con i loro misteri, ma l’atmosfera dell’isola, l’assenza di automobili e di
qualsiasi mezzo a motore, il tramonto ammirato dalle antiche rovine, la via
lattea così luminosa, così viva, tutto contribuisce a farti sentire in un posto
unico e speciale.
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