jueves, 23 de mayo de 2013



La Paz, 18/05

Tutto questo succedeva una decina di giorni fa, da allora sono successe parecchie cose: altre visite a Qalauma, viaggi sul campo con Aopeb, weekend e serate con i nuovi amici italiani, spagnoli, francesi, tedeschi... mi dispiace solo, fino ad ora, di non aver stretto rapporti anche con un po’ di paceñi, che sembrano un po’ meno espansivi degli abitanti dell’est, proprio come mi avevano detto.
Sono un po’ combattuto in questi giorni , lo ammetto, tra il desiderio di fare il viaggiatore, e la volontá  di lavorare e conoscere un po’ più da vicino il mondo boliviano, soprattutto quello produttivo, e l’esperienza di Qalauma; vittima delle mia perenne indecisione, sto cercando al momento mi pare con un discreto successo, di mantenere un equilibrio tra le due cose.
Il giorno successivo alla visita a Qalauma, ho incontrato Aurelio, altro operatore storico del Mlal (Movimento laici per l’America Latina) come Riccardo, e con lui abbiamo parlatodegli altri progetti del Movimento, come quello per il miglioramento della Vigogna, che vive in stato di liertà sull’altipiano di Apolobamba dove, periodicamente, tutti gli abitanti partecipano alla cattura e tosatura degli animali (per permettere al pelo di ricrescere sufficientemente, un esemplare può essere tosato solo ogni due anni). Aurelio, sua moglie Anna, così come Riccardo, dimostrano una conoscenza e una comprensione della complessa e per me ancora sconosciuta realtà boliviana; verrebbe voglia di ascoltarli parlare all’infinito.
Nell’ufficio del Mlal ho conosciuto anche Damiano e Andrè, due volontari italiani, e attraverso loro, Marianna, Alice, Laura, Dani, Gori, e poi Stefano, Michele, Javi, Klara; ma ci sono anche Maya, Verena, Anja e altri ancora. Il mondo dei volontari e cooperanti italiani ed europei è un microcosmo in perenne fermento (pare che negli anni passati fosse anche più grande), una volta trovato l’ingresso, ed è bello orbitavi attorno. (Ammetto che a volte ho l’impressione di trovarmi in un Erasmus fuori tempo massimo... ma va bene così).
È con loro che lo scorso weekend siamo stati sul Lago Titicaca, alla Isla del Sol, due giorni di riposo totale (e di grandi bevute di birra) lontano dal caos di La Paz, circondati da una distesa d’acqua che a volte sembra un mare, se non fosse per la presenza delle vette imbiancate della Cordillera Real, che ci ricordano di essere a quasi 4000 metri. Confesso di non avere percepito molto la magia delle civiltà preincaiche con i loro misteri, ma l’atmosfera dell’isola, l’assenza di automobili e di qualsiasi mezzo a motore, il tramonto ammirato dalle antiche rovine, la via lattea così luminosa, così viva, tutto contribuisce a farti sentire in un posto unico e speciale.

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