viernes, 3 de mayo de 2013

Cochabamba, 3/05

È incredibile il modo che hanno qui di essere ospitali, l'attenzione, la disponibilità e il tempo che ti dedicano, senza neanche quasi conoscerti. Almeno, così è stato fino a ora.
Mercoledì, 1 maggio, volevo visitare Samaipata, un piccolo paese a circa 2 ore e mezzo da Santa Cruz. Ruth si era offerta, come sempre, di accompagnarmi, ma alcui impegni familiari le impedivano di esserci, quel giorno. Ovviamente io sarei andato anche da solo, ma dal suo punto di vista questo non era assolutamente concepibile. È stata coinvolta nel caso Gina, altra collaboratrice di Fides, che si è offerta di buon grado di farmi da guida, nonostante fosse stata a Samaipata di recente.
In realtà anche Gina aveva degli impegni con l'università, una consegna da fare tassativamente entro giovedì, per cui la sera prima, dispiaciuta, mi ha confessato che non sarebbe potuta venire. Ma proprio in quel momento, un ufficio, era presente Jessica, sorella di Georjina (altra collaboratrice di Fides) che, non ho ben capito in che modo (tutto si è svolto molto velocamente), è diventata la mia guida e accompagnatrice per il giorno seguente.
In realtà, il mercoledì, sarebbero state in due, lei e Erika, altra sorella, a condividere la bella gita a Samaipata. Insomma, la famosa ospitalità cruzeña non si è smentita nemmeno in questo caso.

Tralascio i dettagli del viaggio, vi dico solo che farsi tre ore seduti su un cuscino tra i due sedili anteriori, proprio lì dove c'è il cambio, non è esattamente fare un viaggio comodo.
In macchina con noi c'è anche una coppia di brasiliani (non trovo il bigliettino con i loro nomi, al momento) con cui abbiamo chiacchierato tutto il viaggio, e anche pranzato insieme, arrivati a Samaipata. Loro vivono lì da alcuni mesi, e paiono molto felici di quasta condizione. Mi parlano anche di una fattoria, gestita da una coppia di tedeschi, che oltre a coltivare, produce anche birra biologica: è possibile lavorare da loro in cambio di ospitalità e vitto (il numero è sempre sul bigliettino che devo assolutamente ritrovare...).
Di per sè Samaipata non è altro che un pueblito di poche case e poche strade, ma la presenza di tanti stranieri, i negozietti di artigianato, il movimento di turisti (tutti zaino-in-spalla), la rende un piccolo angolo di quiete e di movimento insieme.
Continuo a chiedere a tutti (alle mie giude, agli autisti, a tutti) come mai a Samaipata ci siano così tanti turisti, e solo turisti un po', diciamo, hippy... Ok il Fuerte (il sito precolombiano), ok il parco nazionale Amborò, però deve esserci qualcosa d'alto. I miei dubbi resteranno senza risposta.
Sulla via del ritorno ci fermiamo a Las Cuevas, un bel fiumiciattolo con alcune cascate. Non fosse che è quasi buio, e che l'acqua in questa stagione è un poco bassa, sarebbe bello fare un bagno.

Comunque parto da Samaipata con la ferma intenzione di ritornarci... Dovrò pianificare l'itinerario, per ora ancora sono piuttosto confuso.

Ora sono a Cochabamba, domani vi parlerò un po' di questa bella cittadina.

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